venerdì 13 aprile 2012

Armillaria tabescens(socialis)

Armillaria tabescens(socialis)

05/01/2011 |

Armillaria tabescens

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Armillaria tabescens
Clitocybe Tabescens.JPG
Armillaria tabescens
Classificazione scientifica
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Marasmiaceae
Genere: Armillaria
Specie: A. tabescens
Nomenclatura binomiale
Armillaria tabescens
(Scop.) Emel, 1921
Partecipa al Progetto:Forme di vita

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Caratteristiche morfologiche
Armillaria tabescens
Cappello convesso icona.svg
cappello
convesso
Gills icon.png
imenio
lamelle
Decurrent gills icon2.svg
decorrenti
White spore print icon.png
sporata
bianca
Bare stipe icon.png
nudo
Immutabile icona.png
carne
immutabile
Saprotrophic ecology icon.png
saprofita
Commestibile con riserva icona.png
commestibile con riserva
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Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti.
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Armillaria tabescens (Scop.) Emel, Le Genre Armillaria (Strasbourg): 50 (1921)
Armillaria tabescens.JPG
L' Armillaria tabescens è un fungo autunnale molto popolare in alcune zone d'Italia e pressoché sconosciuto in altre; è noto ai più come "chiodino" o "famigliola", appellativi che divide equamente con Armillaria mellea, da cui però differisce per molte caratteristiche, in primis per via delle dimensioni dei chiodi che sono notevolmente più ridotte in A. tabescens.
Come per A. mellea questo fungo andrebbe consumato in quantità modiche in quanto piuttosto pesante da digerire e comunque va ben cotto dato che è tossico da crudo; poco cotto può dare luogo a problemi gastro-intestinali, se pur di lieve entità.
A volte viene erroneamente appellato "chiodino" anche Agrocybe aegerita che in realtà è noto per l'appellativo di "pioppino".
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Descrizione della specie

Cappello

Carnoso, convesso, poi appianato-depresso, umbonato; orlo sottile, involuto e lobato; bruno-rossastro o bruno-giallo, ricoperto da squamette più scure; 2–8 cm di diametro.

Lamelle

Fitte, appena decorrenti al gambo, da biancastre a rosa-bruno, o con colore al cappello.

Gambo

Pieno, alto, cilindrico, fibrilloso, liscio, colore ocra-bruno o rossiccio pallido, attenuato alla base, per compressione, con altri gambi dello stesso ceppo. Tipicamente privo di anello.

Carne

Biancastra, fragile nei cappelli, elastica e più coriacea nei gambi. A volte quasi legnosa alla base dei cespi.
  • Odore: forte, più o meno gradevole, dolce ed acidulo.
  • Sapore: dolce, a volte con retrogusto leggermente amarognolo. Un po' acidulo e marcatamente amarognolo negli esemplari più vecchi che talvolta risultano anche un po' viscidi.

Spore

Ellittico-ovoidali, bianche o crema pallido in massa.

Habitat

Specie cespitosa, fruttifica in autunno nei boschi di latifoglie, in gruppi sulle radici o sulle ceppaie.
Un singolo cespo può arrivare a contenere centinaia di cappelli.

Commestibilità

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Tossico da crudo.
Commestibile molto buono e piuttosto ricercato, previa cottura (con eliminazione dell'acqua di prebollitura, come per Armillaria mellea).
Attenzione
Possibili intolleranze individuali, che possono insorgere anche successivamente a precedenti utilizzi alimentari.
Astenersi dal consumo di esemplari troppo vecchi in quanto spesso possiedono un sapore sgradevole e la carne piuttosto viscida.

Etimologia

  • Genere: dal latino armilla = braccialetto, armillaria = attinente ai braccialetti, per il suo anello.
  • Specie: dal latino tabescere = liquefarsi, marcire, per la facile decomposizione.

Nomi comuni

  • Chiodino
  • Famigliola
  • Sciattini (nel livornese), Sementino [1]

Specie simili

  • Armillaria mellea, da cui si differenzia per l'assenza di anello, caratteristica che la pone in contraddizione con la stessa definizione del genere armillaria.
  • Collybia fusipes, da cui si differenzia perché quest'ultima specie possiede lamelle adnate e non decorrenti, per via dell'odore completamente differente nelle due specie e perché la C. fusipes possiede un gambo fibroso e stopposo.

Sinonimi e binomi obsoleti

Bibliografia

Armillaria tabescens. in www.IndexFungorum.org (CABI Bioscience Databases)

Note

  1. ^ G. Ghirlanda, I funghi della Toscana,

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