venerdì 13 aprile 2012

Clitocybe clavipes

Clitocybe clavipes

03/01/2011 |

Clitocybe clavipes (Pers.: Fr.) Kummer
Atlante dei funghi - Funghi commestibili e velenosi

Classe: Basidiomiomiceti
Nome scientifico: Clitocybe clavipes (Pers.: Fr.) Kummer
Nome comune: Agarico clavato

Caratteristiche morfologiche

Cappello: 4-6 cm, tenero, carnoso, quasi flaccido, grigio-bruno, cinereo, talvolta biancastro al margine, leggermente convesso, poi piano, infine leggermente concavo, a volte umbonato, liscio per l'umidità, ma sericeo-fibrilloso per il secco.
Lamelle: poco fitte, carnose, piuttosto strette, arcuate, molto decorrenti, bianche, talora giallastre.
Gambo: 4-7 x 0,5-0,7 cm, pieno ma flaccido, spongioso, tipicamente ingrossato alla base (a clava), brunastro chiaro, fibrilloso alla base.
Carne: biancastra, gonfia di acqua, odore gradevole e sapore dolciastro.
Spore: bianche.

Clitocybe clavipesùù
Clitocybe clavipes (foto http://mycoweb.narod.ru)

Commestibilità, habitat e osservazioni

Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo saprofita.
Nei boschi di latifoglie e conifere, in autunno.
Buon commestibile. Si riconosce facilmente per il gambo a clava, molle e spumoso.

Armillaria gallica

Armillaria gallica

05/01/2011 |


Armillaria gallica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Armillaria gallica
Armillaria gallica.jpg
Armillaria gallica
Classificazione scientifica
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Marasmiaceae
Genere: Armillaria
Specie: A. gallica
Nomenclatura binomiale
Armillaria gallica
Marxmüller & Romagnesi
Sinonimi
Armillaria bulbosa
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Caratteristiche morfologiche
Armillaria gallica
Cappello convesso icona.svg
cappello
convesso
Gills icon.png
imenio
lamelle
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decorrenti
White spore print icon.png
sporata
bianca
Ring stipe icon.png
anello
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carne
immutabile
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saprofita
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commestibile con riserva
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Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi
Esemplari giovani, anche fortemente clavati
L'Armillaria gallica, conosciuta anche come Armillaria bulbosa, è una specie di "chiodino" simile all'Armillaria mellea, da cui si distingue essenzialmente per la caratteristica forma "clavata" del gambo, che è anche più scuro nella sua parte inferiore.
È un fungo poco comune ma dalla resa eccellente da giovane, quando il gambo non è troppo coriaceo. In età matura si consumano solamente i cappelli.
Come tutte le altre specie congeneri, dev'essere consumato dopo prebollitura in quanto contiene tossine termolabili e non bisogna congelarlo perché una frazione di queste tossine potrebbe fissarsi alla struttura fungina e diventare termostabile.
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Descrizione della specie

Cappello

Fino a 12-14 cm, inizialmente convesso, poi più spianato, umbonato, margine lievemente striato e fioccoso; di colore variabile, dal giallo-ocraceo al nocciola, fino al marrone scuro, con cuticola granulosa o escoriata, maggiormente al centro.

Lamelle

Subdecorrenti, fitte, inizialmente bianche, poi gialle, infine con chiazze rossastre.

Gambo

Clavato, pieno e consistente, con base bulbosa, a volte di larghezza considerevole (in casi molto rari anche 6-8 cm), striato, con fibrille e residui del velo. Di colore bruno, con base più scura.

Anello

Giallo oppure giallo-sporco, fragile, spesso sfrangiato o consunto in età.

Carne

Soda sul cappello e nella parte superiore del gambo, coriacea e fibrosa nella parte inferiore del gambo (poco coriacea negli esemplari giovani), legnosa vicino al substrato di crescita, di colore bianco, carnicino in età avanzata.
  • Odore: intenso, gradevole, fungino; ricorda un po' il muschio oppure l'humus. Di legno fradicio in età avanzata, quando il fungo è crudo.
  • Sapore: grato, aromatico, con retrogusto amarognolo. Cattivo quello dei gambi negli esemplari troppo vecchi.

Spore

Ellittiche, lisce, bianche in massa.

Habitat

Cresce in autunno, gregario oppure cespitoso, sui tronchi marcescenti oppure su legname/radici interrati.

Commestibilità

Buono, con cautela; velenoso da crudo.
Molto alta la resa negli esemplari giovani che presentano il gambo fortemente clavato e carnoso e non troppo coriaceo, quindi commestibile.
Degli esemplari più anziani bisogna consumare solo i cappelli in quanto il gambo diventa fibroso e stopposo, oltre ad essere indigesto ed a possedere un sapore amaro, sgradevole.
Come l' Armillaria mellea è un fungo dal sapore eccellente, purché ben cotto ed escludendo il liquido di cottura. Contiene infatti tossine di natura proteica ("emolisine") termolabili a 65-70 °C. Di norma si fa bollire per 15/20 minuti e si butta l'acqua di cottura.
Non consumare esemplari congelati da freschi: il gelo "fissa" alcune tossine, che non vengono più inattivate con il calore. Pertanto prima della eventuale congelazione, va effettuata la prebollitura.
In evidenza il gambo "clavato"

Specie simili

Etimologia

Dal latino "Gallica" = della Gallia.

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Armillaria bulbosa (Barla) Velen.
  • Armillaria lutea

Nomi comuni

  • Chiodino
  • Chiodino bulboso
  • Gallico

Curiosità

Armillaria tabescens(socialis)

Armillaria tabescens(socialis)

05/01/2011 |

Armillaria tabescens

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Armillaria tabescens
Clitocybe Tabescens.JPG
Armillaria tabescens
Classificazione scientifica
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Marasmiaceae
Genere: Armillaria
Specie: A. tabescens
Nomenclatura binomiale
Armillaria tabescens
(Scop.) Emel, 1921
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Caratteristiche morfologiche
Armillaria tabescens
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cappello
convesso
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decorrenti
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bianca
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immutabile
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commestibile con riserva
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Armillaria tabescens (Scop.) Emel, Le Genre Armillaria (Strasbourg): 50 (1921)
Armillaria tabescens.JPG
L' Armillaria tabescens è un fungo autunnale molto popolare in alcune zone d'Italia e pressoché sconosciuto in altre; è noto ai più come "chiodino" o "famigliola", appellativi che divide equamente con Armillaria mellea, da cui però differisce per molte caratteristiche, in primis per via delle dimensioni dei chiodi che sono notevolmente più ridotte in A. tabescens.
Come per A. mellea questo fungo andrebbe consumato in quantità modiche in quanto piuttosto pesante da digerire e comunque va ben cotto dato che è tossico da crudo; poco cotto può dare luogo a problemi gastro-intestinali, se pur di lieve entità.
A volte viene erroneamente appellato "chiodino" anche Agrocybe aegerita che in realtà è noto per l'appellativo di "pioppino".
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Descrizione della specie

Cappello

Carnoso, convesso, poi appianato-depresso, umbonato; orlo sottile, involuto e lobato; bruno-rossastro o bruno-giallo, ricoperto da squamette più scure; 2–8 cm di diametro.

Lamelle

Fitte, appena decorrenti al gambo, da biancastre a rosa-bruno, o con colore al cappello.

Gambo

Pieno, alto, cilindrico, fibrilloso, liscio, colore ocra-bruno o rossiccio pallido, attenuato alla base, per compressione, con altri gambi dello stesso ceppo. Tipicamente privo di anello.

Carne

Biancastra, fragile nei cappelli, elastica e più coriacea nei gambi. A volte quasi legnosa alla base dei cespi.
  • Odore: forte, più o meno gradevole, dolce ed acidulo.
  • Sapore: dolce, a volte con retrogusto leggermente amarognolo. Un po' acidulo e marcatamente amarognolo negli esemplari più vecchi che talvolta risultano anche un po' viscidi.

Spore

Ellittico-ovoidali, bianche o crema pallido in massa.

Habitat

Specie cespitosa, fruttifica in autunno nei boschi di latifoglie, in gruppi sulle radici o sulle ceppaie.
Un singolo cespo può arrivare a contenere centinaia di cappelli.

Commestibilità

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Tossico da crudo.
Commestibile molto buono e piuttosto ricercato, previa cottura (con eliminazione dell'acqua di prebollitura, come per Armillaria mellea).
Attenzione
Possibili intolleranze individuali, che possono insorgere anche successivamente a precedenti utilizzi alimentari.
Astenersi dal consumo di esemplari troppo vecchi in quanto spesso possiedono un sapore sgradevole e la carne piuttosto viscida.

Etimologia

  • Genere: dal latino armilla = braccialetto, armillaria = attinente ai braccialetti, per il suo anello.
  • Specie: dal latino tabescere = liquefarsi, marcire, per la facile decomposizione.

Nomi comuni

  • Chiodino
  • Famigliola
  • Sciattini (nel livornese), Sementino [1]

Specie simili

  • Armillaria mellea, da cui si differenzia per l'assenza di anello, caratteristica che la pone in contraddizione con la stessa definizione del genere armillaria.
  • Collybia fusipes, da cui si differenzia perché quest'ultima specie possiede lamelle adnate e non decorrenti, per via dell'odore completamente differente nelle due specie e perché la C. fusipes possiede un gambo fibroso e stopposo.

Sinonimi e binomi obsoleti

Bibliografia

Armillaria tabescens. in www.IndexFungorum.org (CABI Bioscience Databases)

Note

  1. ^ G. Ghirlanda, I funghi della Toscana,

Agrocybe aegerita

Agrocybe aegerita

06/01/2011 | Agrocybe aegerita

Agrocybe aegerita.

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Caratteristiche morfologiche
Agrocybe aegerita
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cappello
convesso
Gills icon.png
imenio
lamelle
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decorrenti
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sporata
marrone
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anello
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carne
immutabile
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saprofita
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commestibile
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Agrocybe aegerita (V. Brig.Singer, Lilloa 22: 493 (1951) [1949]
Dettagli morfologici
L' Agrocybe aegerita, volgarmente conosciuto come Piopparello oppurePioppino, è uno dei più gustosi, profumati ed apprezzati funghi commestibili.
È una specie saprofita piuttosto adattabile che si presta molto bene alla coltivazione artificiale, su ceppi di latifoglie (es. pioppo o sambuco) parzialmente interrati ed umidi, ma non bisogna allagare il terreno circostante in quanto un eccesso di acqua può inibire completamente la formazione dei carpofori.


Descrizione della specie

Cappello

Giovani esemplari
Inizialmente bruno assai scuro, via via sempre più chiaro attraverso il colore del caffelatte, anche molto pallido ma quasi sempre con tonalità appena più scura verso il centro, dove appare appena rilevato (lievissimo umbone). Può arrivare a 14 cm didiametro. Da semisferico a quasi piano presenta una superficie (cuticola) lievemente corrugata e spesso fessurata per la siccità, mentre a tempo umido si presenta un po' untuoso.

Lamelle

Le lamelle sono fitte e di colore bianco-beige, poi grigio-brunastro ed infine color tabacco per le spore mature. Intervallate da numerose lamellule, in sezione appaiono alte e mostrano un attacco al gambo appena raccordato, leggermente decorrenti.

Gambo

Assai variabile per diametro ed altezza, generalmente slanciato soprattutto negli esemplari giovani, flessuoso, fibroso e consistente, da bianco a brunastro per la sporata, rivestito da minute fibrille longitudinali.

Anello

Persistente, attaccato in alto a formare un colletto inverso membranoso che si colora di bruno allorché ricoperto dalle spore cedute dalle lamelle.

Carne

Bianca ma di colore scuro sul gambo ed alla base di questo.
  • Odore: caratteristico ma di difficile descrizione; alcuni autori lo avvicinano al lievito o al "profumo di vecchie botti da vino", altri ancora al "formaggio stagionato" oppure alla "pasta del pane".
  • Sapore: mite, molto aromatico.

Spore

Brune-rugginose in massa, ovali e bruno chiaro al microscopio.

Habitat

Su tronchi marcescenti (ma anche vivi fino all'attacco definitivo del fungo) di molte latifoglie specialmente di pioppoolmosambuco oppuresalice a tempo mite ed umido, dalla primavera all'autunno inoltrato.

Commestibilità

Foodlogo.png Eccellente.
Uno dei funghi più apprezzati come commestibile. Alla cottura sprigiona un profumo intenso, percepibile anche a distanza.
È opinione diffusa - benché non dimostrabile - che gli esemplari che si sviluppano su legno di Sambuco siano più saporiti.
Attenzione: astenersi dal raccogliere esemplari troppo vecchi, in quanto gli stessi possono risultare indigesti (e secondo recenti studi sembrano contenere tracce di un tipo di aflatossina).[senza fonte]
Evitare nella maniera più assoluta il consumo di esemplari che crescono ai bordi delle strade o al di sopra di intonaci screpolati dall'umidità (o comunque sopra substrati innaturali).

Note

  • Viene normalmente commercializzato anche proveniente da coltivazione artificiale.
  • Si raccomanda di non coltivarlo sopra ceppaglie in ambienti costantemente privi di luce: secondo voci non confermate, sembra che in condizioni di stress detta specie produca delle tossine.

Etimologia

Dal greco aigeros = pioppo, per il suo habitat preferenziale.

Specie simili

Nomi comuni

  • Piopparello
  • Pioppino
  • Foliota cespitosa

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Pholiota aegerita (V. Brig.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 164 (1872)
  • Kuehneromyces aegeritus
  • Agrocybe cylindracea (DC.) Gillet
  • Pholiota cylindracea
  • Kuehneromyces cylindraceus

Albatrellus pes-caprae

Albatrellus pes-caprae

06/01/2011 | Albatrellus pes-caprae

Albatrellus pes-caprae (Pers.: Fr.) Pouz.
Atlante dei funghi - Funghi commestibili e velenosi

Classe: Basidiomiceti
Nome scientifico: Albatrellus pes-caprae (Pers.: Fr.) Pouz. Pouz.
Sinonimi: Polyporus pes-caprae - Polyporus scombinaceus
Nomi comuni: Piede di capra - Lingua di brughiera - Orie d'asu - Bruin - Gasparin

Caratteristiche morfologiche

Cappello: carnoso, elastico, irregolare, da 7 a 13 cm, eccentrico, anche con gambo laterale; prima bruno più o meno scuro, poi bruno-nerastro, squamato, su tutta la superficie quasi a fiocchi regolari.
Tubuli: bianchi e decorrenti.
Porilarghi, a poligono irregolare, bianchi o giallognoli.
Gambo: 3x5 x 1-2 cm, gobboso e ingrossato in basso, eccentrico, biancastro.
Carne: fragile, bianco giallognola, priva di odore e con sapore di nocciola.
Spore: ellittiche, bianche e lisce.
AlbatrelluspescapraeAlbatrellus pes-caprae (foto www.nybg.org)

Commestibilità, habitat e osservazioni

Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo saprofita. Cresce nei boschi di conifere e latifoglie, spesso in gruppi, in estate autunno; non molto frequente. Il nome ("pes-caprae" = piede di capra) è dovuto alla sua forma.
Ottimo commestibile, si presta molto bene alla conservazione sott'olio. Poco conosciuto. E' uno dei pochi Polyporus commestibili. Difficilmente può essere scambiato con altri non commestibili o tossici, l'unico con cui si può confondere è il Polyporus cristatus, coriaceo ed immangiabile.
Commenti
bellissima foto
ho visto il tuo album , interessantissimo e fatto benissimo
complimenti
Scritto da: alessandro | 26/01/2011
I commenti sono chiusi
 

Pleurotus eryngii


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Pleurotus eryngii
Pleurotus eryngii.jpg
Pleurotus eryngii
Classificazione scientifica
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Pleurotaceae
Genere: Pleurotus
Specie: P. eryngii
Nomenclatura binomiale
Pleurotus eryngii
(DC.Gillet1874
Nomi comuni
Cardoncello, Cardarello
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Caratteristiche morfologiche
Pleurotus eryngii
Cappello convesso icona.svg
cappello
convesso
Gills icon.png
imenio
lamelle
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decorrenti
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sporata
bianca
Bare stipe icon.png
nudo
Immutabile icona.png
carne
immutabile
Mycorrhizal ecology icon.png
micorrizico
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commestibile
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Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti.
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Il Pleurotus eryngii (DC.Gillet, Hyménomycètes (Alençon) (1874) è un fungo commestibile molto ricercato ed apprezzato. Questa specie era nota fin dall'antichità.

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Descrizione della specie

Cappello

Carnoso, convesso, poi depresso al centro, margine involuto, leggermente vellutato; di colore biancastro, poi brunastro; 3-10 cm di diametro. la colorazione cambia in base al clima più chiara quando esposto al sole

Lamelle

Bianco-grigiastre, decorrenti sul gambo.

Gambo

4-10 x 1-3 cm, sodo, centrale o eccentrico, attenuato alla base, di colore biancastro, con macchie color ocra-ruggine.

Carne

Bianca, soda e consistente.

Spore

10-13 x 4-6 μm, bianche in massa, lisce, ellissoidali, non amiloidi.

Habitat

Fruttifica dalla primavera all'autunno, sulle radici morte delle ombrellifere o del cardo, infatti trattasi di fungo saprofita.
il "cardoncello" cresce spontaneamente in Puglia, ove è chiamato "cardengìedde", nellaMurgia, in Valle d'Itria e sul Gargano. È presente anche in Sardegna, dov'è conosciuto col nome di "cardolinu de petza" (fungo di carne).

Commestibilità

Ottima.
Si presta molto bene alla coltivazione.

Etimologia

  • Genere: dal greco pleurón = di fianco e oûs, otós = orecchio, con l'orecchio (il cappello) a fianco, per la forma del carpoforo.
  • Specie: dal latino eryngiumEringio, per il suo habitat preferenziale.

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Agaricus eryngii DC., Fl. Fr., Edn 3 6: 47 (1815)
  • Pleurotus fuscus Battarra ex Bres., Iconographia Mycologica 6 (1928)

Nomi comuni

  • Cardoncello
  • Carderello
  • In Sicilia è noto come fungiu di Panicaut ,ed è simbionte delle radici dell'eringio, in francese panicaut , oppure funciu di fierra.
  • In Sardegna è noto come cordolinu de petza, ovvero fungo di carne.
  • In Calabria è noto come feddruritu, nome che deriva da Ferula_communis, in quanto si trova nelle sue vicinanze.
  • In Puglia verso il salento e pronuciato col nome di "Carduncieddù". "Cardungidd" invece sul territorio del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Identifica in special modo la città di Gravina.

Varietà di Pleurotus eryngii

Diversi pleurotus eryngii
Diversi pleurotus eryngii
Oltre al biotipo Pleurotus eryngii var. eryngii, esistono alcune varietà sulle quali sono in atto studi e dispute tassonomiche.
Le varietà attualmente prese in considerazione sono:

Pleurotus eryngii var. elaeoselini

Pleurotus eryngii var. elaeoselini Venturella, Zervakis & La Rocca, Mycotaxon 76: 420 (2000).
Cresce associato alle radici di Eleoselino (Elaeoselinum asclepium).

Pleurotus eryngii var. ferulae

Pleurotus eryngii var. ferulae (Lanzi) Sacc., Sylloge fungorum (Abellini) 5: 347 (1887).
Si differenzia dal biotipo per la taglia maggiore, il colore più chiaro, il portamento più slanciato e spesso imbutiforme e la cuticola screpolata con tempo secco.

Descrizione

Cappello
5-25(30) cm, prima convesso, poi appianato, imbutiforme; cuticola liscia, spesso screpolata con la siccità; margine involuto, colore dal marrone chiaro al marrone al bruno all'ocra-grigiastro.
Lamelle
fitte, decorrenti, anastomosate (intervenate), colore bianco-crema.
Gambo
3-10 x 1-4 cm, pieno, sodo, eccentrico, attenuato alla base, di tonalità più chiare rispetto al cappello.
Carne
bianca, soda, di gradevole sapore.
Habitat
cresce associato a Ferula communis.
Nomi comuni
antunna, feurrazzu, codrolinu 'e ferula, Cordolinu 'e pezza, Antunna 'e ferula, cardolino, cardolino della ferula, fungo di carne, fungo di ferula.
Etimologia
dal latino ferula = pianta che ospita il fungo.

Pleurotus eryngii var. thapsiae

Pleurotus eryngii var. thapsiae Venturella, Zervakis & Saitta, (2002).
Varietà che cresce associata alla Thapsia garganica, di recente delimitazione.[1]

Pleurotus eryngii var. nebrodensis

Oggi è considerata una specie a sé stante con il nome di Pleurotus nebrodensis, endemica delle Madonie, che cresce associata a Cachrys ferulacea.[2]

Note

  1. ^ Venturella G., Zervakis G., Saitta A., 2002 - Pleurotus eryngii var. thapsiae var. nov. from Sicily. Mycotaxon 81: 69-74
  2. ^ Venturella G., 2004 - Stato delle conoscenze sui pleuroti delle ombrellifere. Annali Micologici A.G.M.T., 1: 69-73.

Bibliografia

Pleurotus eryngii. in www.IndexFungorum.org (CABI Bioscience Databases)

Nomi regionali

Calabria feddruritu
Puglia Carduncieddù, Cardungidd
Sardegna cardolinu de pezza
Sicilia funciu di Panicaut, poiché simbionte delle radici dell'eringio,(in francese panicaut), funciu di fierra,